Slogan come questo ne possiamo leggere a bizzeffe sui manifesti elettorali che invadono le nostre strade in questo periodo di campagna elettorale per le elezionie europee. L’impegno è solennemente preso, da tutte le liste che si candidano ad esprimere un numero più o meno ampio di deputati da mandare a Strasburgo.
Queste liste chiedono oggi il voto, è presumibile pensare che i candidati stiano nelle liste perchè voglio dar il loro contributo alle attività del parlamento europeo, onorando fino in fondo il mandato che riceveranno dagli elettori. Le forze che esprimono le liste avranno, si immagina, chiesto ai candidati serietà ed applicazione nel possibile ruolo futuro di parlamentare europeo. Il voto del cittadino si rispetta in questo modo.
Andiamo allora a buttare qualche occhiata alle liste che si presentano nella circoscrizione nordest, cercando di capire se le cose stiano così. Cerchiamo di vedere se ci siano candidati-civetta, buoni solo a prendere voti e che poi a Strasburgo non ci metteranno mai piede. Allo stesso modo, cerchiamo di capire se ci sono candidati che hanno già altri mandati elettivi tuttora in corso, che in caso di elezione a Strasburgo non rispetterebbero il voto precedente di cittadini che li hanno eletti in altri organi rappresentativi.
In entrambi i casi, ovviamente, credo si dovrà sottolineare l’inganno ed evitare di premiare col proprio voto le liste con candidati appartenenti all’una o all’altra categoria.
Cominciamo con dei casi facili facili: innanzitutto il Partito delle Libertà. Non occorre studiare a lungo la lista, la presenza in tutte le circoscrizioni del presidente del consiglio attualmente in carica è un messaggio di una limpidezza unica: dateci i voti che poi ne faremo quel che vorremo. La palma della lista meno seria del lotto è ampiamente vinta, ma si tratta di un ex-equo, vedremo dopo il perchè.
Lega nord: tutto sommato abbastanza bene fino al quarto candidato della lista, tale Enzo Bortolotti, attuale sindaco di Azzano Decimo (PN). I cittadini di quella città credo sperino che il loro sindaco resti ad amministrare il comune con la dovuta costanza. Niente da fare.
Lo stesso discorso vale per il Partito Democratico: al pari della Lega Nord lo sforzo di non mettere i soliti big strombazzati e plurieletti c’è stato. Peccato si scivoli sulla buccia di banana di Laura Puppato, attuale sindaco di Montebelluna, la quale in caso di elezione dovrà fare i salti mortali e passare le proprie settimane in aeroporto anzichè nella casa comunale. Bocciato anche il PD.
Diamo una occhiata all’Italia dei valori: che tra questi valori ci sia il rispetto del mandato avuto dal corpo elettorale? Eh, purtroppo no, mannaggia. Infatti Antonio di Pietro si presenta e questo provoca in noi la stessa reazione avuta col Popolo delle libertà: verrebbe da tirare loro le orecchie per la scarsa serietà. Visto che con la mano non arriviamo a fustigarli almeno non votiamoli. Palma del peggiore condivisa, per il momento, con i berluscones.
Unione di centro: non è stato facile trovare qualcosa, ma con un po’ di pazienza è saltato fuori il nome di Antonio Guadagnini, vicesindaco di Crespano del Grappa. Certo, non puoi paragonare il paesetto sul Grappa a Strasburgo, ma perchè non pensarci prima? Complessivamente comunque i centristi non hanno fatto male, ci sono delle vecchie volpi, è vero, ma quantomeno erano già a Strasburgo e vogliono tornarci. Auguri.
Rifondazione comunista-comunisti italiani. Qui ci imbattiamo subito in Oliviero Diliberto, segretario nazionale dei comunisti italiani, per l’appunto. Quanto ci scommettiamo che a Strasburgo lo vedranno raramente? Essere il segretario nazionale di un partito non è mica un hobby per riempire week-end. Non ci siamo.
Scopro con l’occasione che è nato l’ennesimo partito di sinistra, Sinistra e libertà. Eh, sì, la sinistra è grandiosa. La tendenza del numero dei suoi voti e quello dei suoi partiti è in contrasto. L’uno cala, l’altro aumenta. Ecco che sale ad intepretare le esigenze del nordest in fatto di politiche europee il presidente della regione Puglia, Nichi Vendola. Personalmente mi sta anche simpatico, ma l’operazione non mi suona bene. Ci vediamo tra cinque anni anche con voi.
E a chiudere questa emozionante carrellata, ecco la lista l’Autonomia, che si è lamentata recentemente per la scarsa visibilità datale dai media. Qui la probabilità di non trovare pecche era alta, visto che non si tratta di una lista in grado di schierare grandi big nazionali e di certo le sotto-liste che la compongono non sono tra le più votate. Spunta, purtroppo, il nome di Luigi Perone, consigliere regionale in carica presso la regione Friuli Venezia Giulia. Anche qui, perchè voler frettolosamente andare in regione se la vera vocazione era quella europeista? Stranezze..